Storia di un’antica famiglia teutonico-italiana

Probabilmente già vassalli dei conti palatini dell'Auelgau, vennero infeudati dalla contea di Sayn, nella persona del conte Eberardo I (1139 - 1176) di Sayn. Giovanni, uno dei figli, scese in Italia al seguito dell'imperatore Federico I Hohenstaufen detto “il Barbarossa”, nell'ottobre 1154. Nel 1155 gli venne comandato di formare con i suoi cavalieri la retroguardia nei dintorni di Firenze, dove restò fino al 10 marzo 1162. Fece parte del contingente degli assedianti di Milano del 1162.  Per servigi resi, venne infeudato della signoria castello della Motta, a nord di Firenze, presso uno dei guadi naturali appena fuori Firenze. Ioannes di Sayn diventò Ioannes di San e poi di Zan (nominato soprannominato Zano), partecipò alle crociate come miles crucisegnato. I suoi discendenti vennero chiamati Zanotti o Zanotto. Dalla Toscana si diramò in diverse regioni, soprattutto verso l'Emilia-Romagna e il Veneto a "ondate". A Venezia il ramo, ascritto all'ordine cittadinesco, l'origine a sua volta al ramo di Montagnana. Dei “veneziani”, Andreas e Ioannes furono frati-cavalieri templari, morirono combattendo a San Giovanni d'Acri nel 1291 con il loro Gran Maestro. Alcuni vennero avviati alla vita ecclesiastica: Giovanni, nel 1322 è pievano di San Biagio, nel 1395 Alvise apparteneva all'Ordine dei Crociferi, nel 1632 Filippo fu pievano di Santa Ternita. Nel 1411 Zanotto Zanotto detto "dai formenti", nel 1411 sposerà la patrizia veneziana Zanacchi della famiglia Querini (Genealogia Zanotto-Querini). Il fratello maggiore di Marco Leon Zanotto, Giovanni si trasferirà a Montagnana dove inizi all'inizio al ramo padovano (estinto nel '600 con Morosina moglie di Aldrighetto Aldrighetti). Il fratello minore Daniele, verrà sposato con sua figlia Zanetta, nel 1451, con il patrizio Domenico Dolfin. Nel 1474 Domenico Zanotto fu rettore all'Università di Padova. Impostato floride aziende commerciali che li portavano spesso in oriente. Di tutte le loro esperienze lasciarono minuziose descrizioni nei loro memoriali. Per la loro conoscenza svolsero molti “incarichi particolari” per la Signoria. Molti furono munifici, Alvise nel 1509 appartenne alla Scuola di San Giovanni Evangelista, Cristoforo nel 1525 e nel 1534 è decano della Scuola Grande di San Marco. Nel 1548 Giuseppe sposò la patrizia Laura Garzoni. Nel 1580 Giovanni ebbe la concessione di una tomba di famiglia nella chiesa del monastero di San Daniele a Castello, dove il procuratore era procuratore. Zane, nel 1480 fu capitano con Domenico Morosini. Uno dei figli, Benedetto fu inviato in Schiavonia, Albania e Morea. Pietro, figlio di Benedetto, entrò a Pordenone nel 1508 con Bartolomeo Liviano e la mattina del 13 settembre 1515 sarà a Melegnano in aiuto dei Francesi. Il secondo figlio di Zane, Bernardo, nel 1523 fu podestà. Il terzo figlio di Zane, Andrea, fu uno dei luogotenenti di Giovanni dalle Bande Nere, nel 1526 difese la parte restante del Regno di Ungheria, al servizio di uno dei feudatari “asburgici”, come comandante del castello di Devin, nei pressi di Bratislava , riuscì a resistere ea respingere l'assedio turco con il nipote Giovanni, ottenendo il titolo comitale. Per l'esito diversi altri militari vennero nobilitati. Avendo saputo che l'esercito imperiale era ormai un'orda senza controllo e che voleva Roma, nominò uno dei suoi ufficiali, appena nobilitato, suo successore al comando del castello e ritornò in Italia. In meno di tre settimane giunse in vista dell'Urbe. Arrivò troppo tardi per aiutare il "De Medici". Nel 1527 fu sulle mura di Roma, al comando di quella che oggi si chiama Porta Cavalleggeri, dove fu ferito da due frecce (le punte tutt'ora si conservano).
Rientrato a Venezia, si trasferì a Spalato e viaggi nel Mediterraneo. Ad Andrea successe il figlio Antonio che si stabilì a Dulcigno col padre ei figli, venendo riconfermato nel ormai “onorifico” titolo comitale, solo dopo il 1562 i discendenti di Andrea si fregiarono di tale titolo. Nel 1571 Dulcigno venne assediata dai turchi di Piali pascià. Antonio subì la sorte dei difensori, dopo un'eroica resistenza morì decapitato. Dei figli di Antonio, Marino e Andrea morirono in uno scontro in mare davanti a Dulcigno. Giacomo promosse azioni di guerriglia ai danni delle varie piazza-forte ottomane, combatté nella battaglia di Lepanto, creato creato cavaliere di San Marco (Kr). Degli altri fratelli, Bortolomio fu gentil'uomo di lingua a Costantinopoli, Cristoforo fu Cavaliere di Malta. Dei figli di Giacomo, Lorenzo amministrò “ragione e giustizia”, Giacomo riceve l'appellativo di “fedelissimo”, ad Andrea gli fu concesso di portare le armi a palazzo ducale, Giovanni trasmise il titolo comitale. Tra il 1623 e il 1624, Zuanne costituisce una compagnia di stradioti. Nel 1715 Andrea ricevette un incarico da Nicolò Contarini, per conto del Luogotente della Patria del Friuli, Sebastiano Mocenigo, nel 1751 svolse alcuni incarichi per il Principe e il Gran Maestro Manuel Pinto de Fonseca e gli fece un dono. Il figlio Giacomo dopo il matrimonio con Anna Orsola Carrara diventerà un famoso collezionista di antichità romane. Suo fratello Giuseppe nel 1774, conobbe la procuratessa di San Marco Caterina Dolfin Tron. Fu amico del nipote del doge Alvise IV Mocenigo. Ferito in un agguato con il nipote, ricevette dal doge una preziosa croce. Nel 1777 all'Avogaria di Comun presenta un albero genealogico della famiglia. Nel 1783 il doge Paolo René firmò di suo padre un documento per proteggere Giuseppe ei suoi familiari. Nell 'aprile 1797, Giuseppe e il fratello Giacomo furono con i loro uomini alle pasque Veronesi. Misero insieme dalmati, cechi, ungheresi, schiavoni e tutti i gli albanesi che trovavano. Volevano gente veloce, irruenta e da sfondamento, ma soprattutto gente fedele che non meditava sulle decisioni, non c'era il tempo… cercavano qualcuno che fosse abbastanza “pazzo” quanto loro. Misero “in campo” 2000 zecchini inviati, comperando velocemente tutto il disponibile, riuscirono a mettere insieme 1437 uomini. Purtroppo non riuscirono ad entrare a Verona a causa dell'enorme numero di truppe che Napoleone, furioso aveva fatto accorrere, riuscirono però a continuare in ordine di giorno e di notte per cinque giorni di fila da solo a rallentare le operazioni dei francesi, attaccando le retrovie, eliminando i depositi della polvere da sparo e inchiodando quando riuscivano con cunei i canoni. Ritornarono da solo in nove e tutti i feriti… fu l'ultima azione militare dello Zanotto al servizio della Gloriosa Serenissima Repubblica di Venezia… Assieme ai fratelli, il 16 aprile 1809, assistette alla “Battaglia dei Camolli” a Porcia.
Con il consenso dei loro amici, furono presi tra quelli che a Porcia impostarono una parvenza di ospedale da campo. Nei giorni successivi le autorità austriache ebbero l'aiuto di tutti coloro che potessero essere utili, il loro “ospedale” curò sia francesi sia asburgici. Alcuni ufficiali ritornarono ai loro reggimenti. Mesi dopo una Prata sono arrivati ​​in un diplomatico francese, ove si ringraziava il conte Giuseppe Zanotto di Prata e suo fratello per il loro spirito cavalleresco e soprattutto per l'aiuto dato ai suoi soldati.
Come tutti i nobili nel 1815, presenta la domanda di riconoscimento dei titoli della famiglia alla Commissione araldica austriaca. Non avendola accetta, fecero ricorso alla “Camera Aulica di Vienna”, quale accettò il ricorso, riconoscendo tutti i titoli aviti nel 1822. Il fratello Giovanni Antonio cercò di risollevare il patrimonio familiare, il 5 marzo 1833 sposò Chiara Giustina Valdevit.
Un loro cugino, Francesco, nell'800 fu attivo in campo letterario e membro dell'Imperial Regia Accademia e di altre illustri istituzioni ed Atenei, un secondo cugino, omonimo, alla fine dell'XIX sec. fu monsignore e professore di “lettere italiane” presso l'Istituto Leoniano di Roma.
Nei vari registri a causa della cattiva gestione e della scarsa conoscenza dei vari segretari dei sacerdoti delle parrocchie, il cognome Zanotto nel XIX secolo, per i discendenti di Andrea, altalenò spesso in Zannot, Zanotti e simili. Nel 1857 Giuseppe Giacomo acquista parte della citazione della miniera d'argento sul monte Avanza nei pressi di Forni Avoltri, acquistando anche le due torri di guardia veneziane inglobandole in un palazzo tutt'ora presente, trasformandolo in residenza-fortezza. Il matrimonio con Caterina Giulia del Ben nel 1861, permise di terminare il nuovo palazzo.
Cercò tramite il suo avvocato un riconoscimento dal “neonato” Regno d'Italia. Nel 1918 Giovanni Battista dovette fuggire a Firenze abbandonando la villa di Rorai, lì nacque Giovanni l'ultimo figlio, nel 1918. Al ritorno da Firenze la famiglia soggiornò per qualche mese a Pordenone, prima di prendere la volta di Udine. Prima della sua morte avvenuta nel 1984, per più di trent'anni, il fratello maggiore Danilo, ricercò i documenti superstiti e trascrisse tutte le notizie della famiglia, ovunque esse si trovano. Nel 2004 Alessandro Antonio, il LII ° Zanotto, in un'assemblea di famiglia, viene nominato Capo di Ca 'Zanotto “de' Gigli Scarlati”, lo stesso giorno riceve in eredità l'archivio di Danilo e quasi da subito si accinge all’impresa di compilare una nuova e finalmente esaustiva storia della famiglia. Dal matrimonio con la sua compagna di università, Tania Cipriotto, 3 aprile 2015 nasce Andrea IX° Michele.

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